Il prolungarsi dell’emergenza COVID-19 sta pesando molto sulla nostra salute fisica e mentale. Quest’articolo ha l’obiettivo di andare incontro a tutte le famiglie che, a seguito della quarantena, stanno vivendo attimi di tensione che non riescono a gestire.
Molti si stanno chiedendo che impatto avrà questa situazione non solo su loro stessi ma sui figli.
E’ difficile poter dare una risposta a quest’interrogativo e il motivo principale è che non esiste una risposta univoca, valida per tutti.
Ciò che possiamo però suggerire, è di prevenire eventuali esiti negativi preoccupandoci ora del nostro benessere mentale e di quello dei nostri cari.
In questo momento più che mai è necessario che gli adulti si comportino da adulti e che per definizione si prendano cura di sé stessi e del prossimo più debole.
Prendiamoci il tempo per ascoltare i nostri bisogni e cerchiamo di rispondervi. Concediamoci i tempi e gli spazi che ci spettano, che siano quelli di lavoro ma anche attimi di relax per cui prima non riuscivamo a trovare il tempo, momenti di condivisione familiare o lunghe telefonate con chi non sentiamo da tempo e ci manca. Chiediamo aiuto quando lo necessitiamo, aiutiamo chi ci sta accanto quando lo vediamo in difficoltà, anche solo per dirgli “io ci sono”.
Come possiamo prenderci cura dei più piccoli?
La maggior parte dei bambini, arrivati a questo punto si è già fatta un’idea di quanto sta accadendo, tuttavia quest’idea, se non veicolata dal giusto supporto di un adulto, potrebbe comportare attuali o successivi vissuti di forte paura e ansia.
Il primo consiglio in merito è quello di far si che i più piccoli non associno il virus ad un’immagine emotivamente negativa come un mostro. Questo perché tale immagine non farebbe altro che spaventare il bambino. Al contrario dobbiamo cercare di trasmettergli positività.
Per questo il secondo consiglio è quello di dare fiducia agli adulti; parlare ai bambini di come tutti gli adulti si stiano adoperando per sconfiggere questo virus, medici, scienziati, commessi, spedizionieri e noi tutti, con il nostro mantello da super eroi.
A tal proposito potrebbe essere utile attingere al valore delle favole, inventandone una, o più d’una, con il loro aiuto. La favola infatti parla al bambino utilizzando un linguaggio a lui molto familiare: il pensiero magico, tipico della sua organizzazione mentale e dei suoi scambi con la realtà.
Per sapere di più sul valore della favola: La magia della favola !
Inoltre è bene mostrare ai bambini video animati, immagini e altri contenuti che possano colpire la loro sensibilità, invitandoli nel loro piccolo a contribuire a questa situazione rispettando le regole.
Quanto ai ragazzi più grandi, come potersi occupare del loro benessere?
Ammettiamo innanzitutto che l’adolescenza è un periodo difficile che tutti abbiamo passato! Cerchiamo allora di trovare il giusto equilibrio tra esserci e non esserci. Condividiamo con i ragazzi dei momenti in cui si discute quanto sta accadendo, lasciandogli la libertà di sviluppare ed esprimere i propri pensieri e sentimenti. Non imponiamogli il nostro pensiero ma facciamoli altresì riflettere con senso critico su quanto gli stiamo dicendo, aprendoci al loro punto di vista. Infine, in relazione alla nostra capacità di “non esserci” lasciamogli l’autonomia, il tempo e lo spazio per potersi confrontare con i coetanei e informiamoci successivamente, mettendo da parte i nostri giudizi, su cosa essi pensano; questo favorirà un clima di aperta condivisione e interesse.
Inoltre, non condanniamo i ragazzi perché stanno vivendo questo momento come una vacanza. Alla loro età, vacanza è tutto ciò che non prevede il recarsi a scuola, non sarà la didattica online, né il rimprovero del genitore a far cessare questa sensazione. Preoccupiamoci affinché i ragazzi partecipino alla didattica online e svolgano quanto assegnato dagli insegnanti, lasciandogli tuttavia il modo di vivere questa “vacanza”, soprattutto in considerazione del carico emotivo che l’emergenza e la quarantena hanno per tutti noi che ci troviamo a vivere vite rivoluzionate e del beneficio che in una situazione del genere reca l’idea di una vacanza.
Come gestire la situazione a casa?
Molti genitori non riescono a gestire allo stesso tempo i figli a casa, i loro compiti e il proprio lavoro.
Un consiglio è quello di strutturare la giornata in diversi momenti. Un momento di svago solitario (che per i più piccoli può essere il gioco), un momento di svago condiviso, un momento in cui studiano da soli e un momento in cui studiate insieme. Questo incrementerà l’autonomia, il rispetto dei tempi, la cooperazione e rafforzerà la relazione.
Una grande problematica è relativa al cambiamento nello stile di vita che va a modificare le dinamiche familiari.
Molti genitori erano abituati a vedersi e vedere i propri figli al mattino, per poi ritrovarsi la sera e questo cambiamento improvviso determina il sopraggiungere di dinamiche che non si erano pianificate, come la condivisione di un luogo fisico che in alcuni momenti è uno spazio di lavoro, ma per altri di gioco, studio o svago e in altri momenti è “il solito posto”, la casa a cui si è sempre tornati con piacere ma stavolta ci sta stretta.
Come affrontare tutto questo?
Pocanzi è stata accennata la necessità di strutturare la giornata in termini di tempo, ora parliamo invece di spazio. I più fortunati non avranno difficoltà a farlo, per altri potrà essere più complicato ma non impossibile.
Strutturiamo degli spazi fisici della nostra casa che spettano a determinate attività, momenti, persone.
Facciamo l’esempio del tavolo in cui al mattino si fa colazione. Si condivide questo spazio con piacere ma, adulti e bambini devono sapere che all’ora “x” il tavolo diventa l’ufficio della mamma o/e del papà e per questo non si può utilizzare.
Questa strategia è utile affinché tutti i membri della famiglia imparino a rispettare gli spazi ed i tempi propri ed altrui; inoltre può essere di vitale importanza per tutti quegli adulti che in modalità smart working non riescono a separare la sfera lavorativa da quella personale e familiare.
Ecco, dare un luogo fisico al lavoro all’interno della propria casa può essere d’ausilio allo spazio temporale che per buona prassi bisognerebbe dargli.
La convivenza forzata potrebbe innalzare il livello di nervosismo e comportare difficoltà nella gestione dei rapporti. Ricordiamoci che i figli risentono di questo ed è bene dunque non litigare davanti a loro, piuttosto affrontare le tensioni quando questi dormono e chiedere aiuto a professionisti.
Come aiutare i figli nei compiti?
Bisogna innanzitutto sottolineare che è necessario in questo momento più del solito distinguere i ruoli. La mamma e il papà non sostituiscono gli insegnanti. I più fortunati vedono quotidianamente i propri insegnanti tramite la didattica online, chi non ha questa fortuna li vede meno o non li vede affatto ma ciò non giustifica i genitori ad assumere ruoli che non gli spettano e comporterebbero uno sbilanciamento negli equilibri familiari.
Prendetevi del tempo per assistere i vostri figli nello studio, per incrementare in loro la determinazione che va a scemare con l’assenza fisica di una classe. State al loro fianco, silenziosamente o poco meno, per accertarvi che partecipino alla didattica online, che comprendano e che siano stimolati. Intervenite aiutandoli quando lo richiedono. Contattate gli insegnanti quando vi accorgete che qualcosa non sta funzionando e stabilite insieme la modalità per supportarli. Favorite la loro autonomia proponendogli strumenti di supporto come mappe concettuali, tabelle e schemi. Costruiteli con loro e insegnategli ad utilizzarli, oppure spiegategli il metodo e fate si che siano loro a costruirli ed utilizzarli in autonomia. Chiedete aiuto a terzi se vi accorgete che i vostri figli hanno difficoltà o non riuscite ad aiutarli per motivi personali o lavorativi.
Avete altri dubbi, domande o necessitate supporto?
Non esitate a contattare un professionista, ricordando che, in questi giorni di emergenza sanitaria nazionale dovuta alla diffusione del Coronavirus, siamo disponibili allo svolgimento di prestazioni a distanza.
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